Foto di minori condivise sui Social: arrivano le sanzioni anche in Italia

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Foto di minori condivise sui Social - Social Education

Il tema delle foto di minori condivise sui Social non è argomento da sottovalutare anche perché da oggi, finalmente, anche in Italia grazie a una sentenza che ha creato un precedente potrebbero scattare sanzioni.
Ne avevo già parlato in questo post sul mio blog personale all’epoca della ‘sfida delle mamme’ (post che tra l’altro era stato criticato da quelle mamme che mi hanno giudicata come esagerata), e ne parlo anche nel mio libro ‘Social education’ citando anche la nuova regolamentazione francese che impone il divieto assoluto di condividere foto di minori, pena sanzioni e reclusione.

Foto di minori condivise sui Social: la prima sentenza che crea finalmente il precedente anche in Italia

 

Il Tribunale di Roma, con un’ordinanza del 23 dicembre 2017, procedimento 39913/2015, ha stabilito che il giudice può ordinare la rimozione TOTALE delle immagini, il divieto assoluto di pubblicazione di immagini future e il pagamento di una multa salata in favore dei figli minorenni da parte dei genitori. 

Il caso specifico si riferisce a un sedicenne che ha chiesto al giudice una tutela e di intervenire nei confronti di sua madre che, a suo parere, aveva esagerato condividendo e postando sue foto personali. La sentenza ha decretato il divieto di condivisione e una multa di 10 mila euro.

L’argomento delle foto di minori condivise sui Social diventa così finalmente molto serio e grazie a questa sentenza, a mio avviso, riceve finalmente quell’attenzione troppo spesso disattesa.
Questo ovviamente non significa che chiunque pubblica una foto di suo figlio minore incorre in una sanzione, intendiamoci ma, così come scritto, da oggi avremo un precedente importante a cui far riferimento e che i genitori dovranno ben tener conto.

 

Foto di minori condivise sui Social: un argomento che purtroppo diventa tema di contesa in separazioni e divorzi

Il problema nasce anche dal fatto che spesso il tema del ‘dove e come’ gestire le foto di un minore è argomento che regola separazioni e divorzi.

Lo stesso ragazzo protagonista della vicenda, pare si fosse più volte lamentato con la propria madre per i contenuti personali, i giudizi condivisi e il coinvolgimento in una diatriba che lo faceva semplicemente soffrire, ma le sue lamentele non sono mai state ascoltate. Non voleva più essere al centro delle liti tra genitori tanto da chiedere un allontanamento dalla famiglia e di poter proseguire i propri studi negli Stati Uniti.

Questa sentenza sulle foto di minori condivise sui Social, diventa anche per questo motivo un precedente importante e unico in Italia.


Foto di minori condivise sui Social: principi giuridici e norme di riferimento

 

Il principio giuridico che impone il divieto è l’articolo 96 della legge sul diritto d’autore (legge 633/1941) che indica chiaramente come il ritratto di una persona (quindi anche foto di minori condivise sui Social) non può essere condiviso e mostrato senza il suo consenso, salve eccezioni.
Anche il decreto legislativo 196/2003 che dovremmo ben conoscere e che regolamenta la gestione e l’utilizzo di dati personali lo conferma. La fotografia, come ogni elemento identificativo, è considerato un dato personale e quindi non può essere diffuso se non c’è l’autorizzazione del soggetto. Inoltre sul tema delle foto di minori condivise sui Social va ricordato che sono proprio i minori ad avereo una tutela ulteriore sull’articolo 16 della Convenzione sui diritti del fanciullo approvata a New York il 20 novembre 1989 e ratificata in Italia con la legge 176/1991.

Essere ‘figli’, o meglio, genitori di un minore, non dà nessun diritto o eccezione, anzi va ricordato che gli articoli 147 e 357 del Codice civile obbligano i genitori al dovere di tutela ed educazione: tutela nei confronti di minori da un ambiente che nasconde rischi e educazione al corretto uso degli strumenti digitali.
Con la sentenza numero 37596 del 2014 la Cassazione, aveva già definito i social media come ambienti aperti, pubblici e quindi pregiudizievoli soprattutto per i minori che potrebbero avvicinati da chi purtroppo non ha buone intenzioni. D’altronde il rischio di grooming (adescamento di minori) lo conosciamo bene e purtroppo è sempre più diffuso.

 

Trovo triste il clamore che ha creato in alcune persone questa sentenza, giudicata come esagerata.

Io credo invece sia finalmente una strada per richiamare con urgenza l’attenzione da parte dei miei tanto amati ‘Social tardivi digitali’ che altrimenti avrebbero continuato ad agire con superficialità. Non amo gli estremismi e a mio avviso basterebbe l’applicazione di buon senso e qualche piccola attenzione nello scegliere scatti e inquadrature o nel mascherare volti, ma tu che ne pensi? Ci hai mai riflettuto su questo tema?

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Rosa Giuffrè

Consulente per la comunicazione digitale e Social Media Educator. Credo nel #futurosemplice e che Dio è nel cuore dei giovani

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