Un educatore riflessivo [oltre il] 2.0 capace di responsabilità
Un educatore che vive l’ambiente del web oltre a riconoscere e porsi nell’ambiente digitale tra comunicazione ed educazione dovrebbe essere un educatore riflessivo [oltre il] 2.0 capace di responsabilità: ma cosa vuol dire?
Il riconoscimento della risorsa e lo sguardo critico sul fenomeno web o social, portano anche al riconoscimento del rischio e quindi all’appello verso la responsabilità.
I due match-point decisivi a livello digitale per un educatore
Esistono due match-point oggi decisivi a livello digitale:
- il problema della privacy nel tempo della connettività globale e nell’epoca dei flussi
- il concetto di identità nel confronto tra il diritto, il corpo e il generarsi del cosiddetto clone elettronico.
Il vuoto lasciato dal diritto, o comunque la corsa affannata del diritto per coprire con le norme lo spazio creato dalle trasformazioni, apre all’invocazione di un’etica per il futuro. E quindi la connessione con una responsabilità nei confronti del continuare a esistere della vita anche nell’effervescenza tecnologica di “Prome-teo scatenato”.
Un educatore riflessivo [oltre il] 2.0 deve portare riflessività oltre i tradizionali stili educativi
Attraverso la riflessività l’educatore riflessivo [oltre il] 2.0 si collochi oltre i tradizionali stili educativi verso la dotta improvvisazione propria del lanciatore di palla e del jazzista come professionista riflessivo appunto, fino a poter azzardare che l’educatore del futuro o sarà riflessivo, o sarà due punto zero (magari 3.0) o non sarà.
Balza agli occhi l’urgenza di un apprendere dall’esperienza e di un apprendimento trasformativo giustificato anche dal fatto che lo switch tra le varie cornici chiede all’educatore la capacità di ascoltare mondi possibili.
Insomma, è diventato indispensabile collocare sempre altrove la tenda dell’etnografo, uscire dalle cornici di cui siamo parte, dagli schemi interpretativi che ci bruciano spesso la relazione e il territorio.